Leggiamo sulla stampa on line la notizia dell’approvazione del piano cave in Regione Lombardia, dove si fanno una serie di proclami sul miglioramento delle condizioni generali con attenzione alla questione ambientale.
Leggiamo inoltre che ci sarebbe stato un serrato confronto
con molteplici stakeholder interessati quali comuni, associazioni, aziende
ecc. notiamo inoltre l’enfasi che la
nostra consigliere regionale Silvia Scurati (consigliere comunale anche a
Bareggio) ha dato al lavoro svolto.
La prima considerazione che ci viene in mente è: a Bareggio è sempre esistita una commissione cava con i rappresentati delle forze politiche e dei cittadini che la giunta Leghista & C. ha bellamente eliminato! Altro che coinvolgimento delle associazioni del territorio, a Bareggio non se ne parla, ma si sa in ‘nostri’ non amano molto confrontarsi. Fate un giro su Google Earth per capire quale ampliamento ha provocato all’estensione della cava, la mancanza di controllo, nel triennio 2018/2021, visivamente sembra 20%.
Una altra considerazione allo scempio dell’escavazione continua, ricordiamo che a sud di Milano siamo in presenza di acqua di falda per cui i ‘buchi’ delle cave sono eterni, si aggiunge altro consumo del territorio agricolo con la creazione di nuove strade fuori dai paesi per far circolare mezzi pesanti.
E ancora per il fabbisogno di sabbia e ghiaia non si
potrebbe recuperarla dai letti dei
fiumi (Ticino, Adda
ecc.) anziché scavare
terreno agricolo vergine
sottraendolo ai nostri agricoltori per poi dipendere dal grano della Russia o
dell’Ucraina con tutto quello che comporta.
Da ultimo il nostro Comune è alle prese con questo scempio
da più di 40 anni avremmo il diritto di vedere la fine di questo scempio (li
dove c’è la cava esistevano le
più belle marcite
di Bareggio) e
magari cercando di recuperare l’area a zona naturalistica per
la fauna.
Insomma ci pare, come al solito, che si sono riempiti la
bocca di belle parole e nella sostanza non sia cambiato nulla, i Bareggesi
continueranno a tenersi la cava, complimenti alla Regione Lombardia e ai suoi
rappresentati.
Gianfranco Colombo